Una delle cose che mi sono rimaste impresse maggiormente del mio capodanno a Vienna, è stato senza dubbio l'aver visitato la mostra dove sono raccolte le più grandi opere di Gustav Klimt.
Purtroppo la mia ignoranza è stata tale che ho scoperto proprio in quegli istanti che Klimt era viennese. Tralasciando i dettagli del mio non sapere, posso ora confermare che se ti trovi davanti ad uno spettacolo del genere, puoi solo che rimanere di stucco...ed infatti è stato così.
Il quadro che mi ha colpito di più, a parte il famosissimo "Bacio", è stato "Judith I". Io non conoscevo questo quadro, ma a colpo d'occhio mi è sembrato subito molto interessante e capace di trasmettere sensazioni strane, pur non avendo tutte le informazioni su di esso. Così sono rimasta un pò a fissarlo e posso dire che poche volte mi son sentita così guardando un dipinto.
L'oro che incornicia la raffigurazione è prezioso, io credo che sia proprio questo a dare un tocco maggiore al tutto. Ma anche la figura di Giuditta è forte, fa trapelare una carica erotica non indifferente. Basta guardare l'espressione che ha, sembra una dea sopra tutte le altre, capace di cose mai viste e potente agli occhi degli uomini...piccoli esseri da annientare.
Navigando in internet son riuscita anche a capire chi sia Giuditta. Si tratta di una figura biblica a cui Klimt si riferisce. Il pittore però raffigura la donna con il viso di una signora dell'alta borghesia viennese del suo tempo chiamata Adele Bloch-Bauer, per rappresentare la modernità femminile che stava sfogando in quel periodo.
Purtroppo la mia ignoranza è stata tale che ho scoperto proprio in quegli istanti che Klimt era viennese. Tralasciando i dettagli del mio non sapere, posso ora confermare che se ti trovi davanti ad uno spettacolo del genere, puoi solo che rimanere di stucco...ed infatti è stato così.
Il quadro che mi ha colpito di più, a parte il famosissimo "Bacio", è stato "Judith I". Io non conoscevo questo quadro, ma a colpo d'occhio mi è sembrato subito molto interessante e capace di trasmettere sensazioni strane, pur non avendo tutte le informazioni su di esso. Così sono rimasta un pò a fissarlo e posso dire che poche volte mi son sentita così guardando un dipinto.
L'oro che incornicia la raffigurazione è prezioso, io credo che sia proprio questo a dare un tocco maggiore al tutto. Ma anche la figura di Giuditta è forte, fa trapelare una carica erotica non indifferente. Basta guardare l'espressione che ha, sembra una dea sopra tutte le altre, capace di cose mai viste e potente agli occhi degli uomini...piccoli esseri da annientare.
Navigando in internet son riuscita anche a capire chi sia Giuditta. Si tratta di una figura biblica a cui Klimt si riferisce. Il pittore però raffigura la donna con il viso di una signora dell'alta borghesia viennese del suo tempo chiamata Adele Bloch-Bauer, per rappresentare la modernità femminile che stava sfogando in quel periodo.
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